venerdì 4 aprile 2014

Lettera aperta di una giovane ragazza sarda



Cari lettori,
oggi è per me una giornata dedicata alla riflessione. Non vi è spazio per frasi ironiche, di circostanza e di comprensione. Circa due anni fa, in preda a un momento di scoraggiamento, decisi di ritagliarmi un mio spazio nel web, creando questo blog: Io, la Sardegna e il mio sogno turistico. Questo il nome del mio angolo targato 2.0, questo il riassunto dei miei sogni, ideali, obiettivi. 
Nel frattempo anche nella vita reale mi sono data da fare, fondando un'associazione di turismo sostenibile e responsabile e diventandone presidente, creando eventi culturali, scrivendo tanti progetti innovativi che mi hanno portato grandi soddisfazioni, dando inizio a fruttuose collaborazioni.
Tutto questo non è accaduto casualmente: anni e anni di studi, titoli, corsi di formazione, esperienze sul campo. Così nasce una professione. 
"Professione", termine alquanto discusso, specialmente in ambito creativo, persino in campo turistico.
Siamo sardi, siamo un'isola turistica, così ci dicono tutti e così ce la cantiamo anche noi, ogni santo giorno! 
Io il turismo vero, non lo vedo, io non vedo un impegno concreto delle Istituzioni e delle più grandi realtà turistiche sarde. 
Ecco cosa vedo in realtà: una terra abbandonata.
La cronaca parla chiaro: la crisi attanaglia la Sardegna! Una crisi economica, di valori, culturale. Crollano le mura di edifici storici, crollano le vite di chi non riesce a liberarsi dai debiti, crolliamo noi giovani sempre più ignorati!
Proprio noi giovani, che dovremmo dare nuova linfa a questa landa turistica, veniamo puntualmente scoraggiati, umiliati e sfruttati. Diamo il cuore nei nostri progetti, ma veniamo pagati miseramente, non siamo accettati come professionisti! E guai ad emergere! Siamo considerati un pericolo. Questa è la triste realtà.
Il lavoro va pagato, noi siamo professionisti, noi abbiamo progetti, ascoltateci! 
Un appello ai politici: considerateci! Ripartite da noi! Ripartiamo tutti insieme! Se riusciamo noi all'interno delle nostre iniziative a coinvolgere un'intera isola, perché non credete in noi?
Un appello ai giornalisti: guardatevi intorno! Non esistono solo notizie tragiche! Dateci spazio, valorizzateci! Esistono iniziative lodevoli che non oltrepassano i confini dei paesini. Vi sono iniziative apprezzate ovunque tranne che qui, in terra sarda. Interessarsi a noi equivale a dare speranza a intere generazioni a partire dai nostri genitori, ormai disperati, fino ad arrivare ai nostri futuri figli!
Il turismo, la cultura, l'imprenditorialità saranno nuovamente o finalmente una realtà quando volterete i vostri occhi verso di noi.
Se non lo farete abbandoneremo la Sardegna pur di vedere realizzati i nostri sogni.

Claudia




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